Latte e derivati, arriva il decreto per indicare l’origine in etichetta
Il 2017 si apre con una buona novità nel settore dell’etichettatura alimentare. Il 19 aprile entrerà infatti in vigore il decreto in materia di “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 gennaio come attuazione del regolamento UE 1169/2011.
Il luogo di origine e quello di trasformazione del latte dovranno quindi essere espressi in modo chiaro sull’etichetta del prodotto, garantendo così una maggiore trasparenza nei confronti del consumatore. Ad oggi, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, e la metà delle mozzarelle sono lavorate con latte proveniente dall’estero. Fino ad ora il consumatore italiano non aveva modo di esserne informato vista la mancanza di obbligo di indicazione. Per lo stesso motivo, il provvedimento concorre a combattere il falso Made in Italy e la contraffazione alimentare di cui latte e derivati sono spesso oggetto.
Il decreto di indicazione di origine riguarda latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale, oltre a burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini, tutti prodotti in cui il latte è usato come ingrediente. Si applica ai prodotti lattiero-caseari preimballati, destinati al consumo umano e commercializzati in Italia. Non si applica invece ai prodotti lattiero-caseari indicati dai marchi di qualità DOP e IGP, poiché già sottoposti a relativi disciplinari.
La dicitura in etichetta dovrà specificare il “Paese di mungitura” e il “Paese di condizionamento o trasformazione” del latte utilizzato. Se i due paesi coincidono, l’indicazione di origine potrà essere assolta nell’unica dicitura “Origine del latte” seguita dal paese. Se le fasi hanno luogo in più paesi UE – diversi dall’Italia – si userà la dicitura “Latte di paesi UE” per la mungitura e “Latte confezionato o trasformato in Paesi UE” per la lavorazione. Se le operazioni avvengono in paesi extra UE, basterà usare la dicitura “Paesi non UE”.
Il decreto ricorda inoltre che le diciture devono essere chiare e leggibili, senza risultare coperte da altri elementi. Noi, invece, vi ricordiamo che Italbrevetti può rispondere alle vostre necessità anche nel settore agroalimentare e lattiero-caseario, con particolare attenzione alle realtà della Toscana.