I marchi di qualità europei nel settore agroalimentare, quali sono e come si distinguono
Nel post precedente abbiamo parlato di contraffazione e protezione in ambito agroalimentare fornendo una lista informativa dei marchi di qualità europei e italiani. Scendiamo ora nel dettaglio facendo un breve viaggio fra i marchi europei, per capire cosa li distingue fra loro e quali sono i requisiti affinché un prodotto possa fregiarsi di tali certificazioni.
DOP (Denominazione di Origine Protetta)
Mozzarella di Bufala Campana, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Parmigiano Reggiano: tutti li abbiamo sentiti nominare e, forse, assaggiati una volta nella vita. Sono tre fra i numerosi prodotti DOP. Come dice la sigla, le loro caratteristiche dipendono strettamente dall’origine, ossia dall’ambiente geografico dove avviene il loro processo produttivo. Per “ambiente geografico” si intende l’insieme di fattori naturali (clima, caratteristiche del territorio) e fattori umani (determinate tecniche di produzione) tipici di una zona delimitata. In pratica, gli alimenti DOP vengono prodotti, trasformati ed elaborati soltanto nel loro ambiente di origine, risultando dunque inimitabili al di fuori di questo.
IGP (Indicazione Geografica Protetta)
I prodotti IGP, invece, hanno legami con una zona delimitata solo per quanto riguarda almeno una fase del processo produttivo. Quindi, devono avvenire in un solo luogo o la produzione, o la trasformazione o l’elaborazione del prodotto. Inoltre, il legame con il territorio in questione deve conferire al prodotto una determinata qualità, reputazione o caratteristica. Il Radicchio Rosso di Treviso, il Lardo di Colonnata e i Limoni di Sorrento sono solo tre dei numerosi prodotti italiani certificati IGP.
STG (Specialità Tradizionale Garantita)
A differenza dei marchi DOP e IGP, i prodotti STG non fanno riferimento all’origine, bensì alla composizione del prodotto o a un metodo di produzione tradizionale. Sono dunque tutelate le specificità produttive alla base di un prodotto, sia che risultino legate a un dato territorio, sia che non lo siano. Inoltre, l’uso di tale alimento sul mercato comunitario deve essere attestato da almeno una generazione, periodo stimato in un intervallo di almeno 25 anni. La certificazione STG riguarda un ventaglio meno vasto di prodotti. In Italia, per esempio, ne abbiamo soltanto due: la Mozzarella (che in taluni casi può rientrare anche nella certificazione DOP) e la Pizza napoletana, differente da altri tipi di pizza proprio in virtù di un preciso metodo di produzione.
Il marchio BIO
Particolarmente conosciuto, soprattutto negli ultimi tempi, è il prodotto BIO. Tale marchio certifica i prodotti ottenuti grazie a una gestione sostenibile dell’agricoltura. Ciò significa, per esempio, adottare pratiche che riducano l’impatto ambientale, usando in modo responsabile risorse come acqua, suolo, aria, materia organica ed energia. La certificazione BIO comporta inoltre la salvaguardia delle biodiversità, la stagionalità delle colture e l’applicazione di criteri rigorosi circa il benessere degli animali.